“Il tema dei piccoli comuni deve tornare al centro dell’agenda nazionale e mi assegno il compito di difendere queste piccole realtà su cui si è costruita l’Italia.” – lo ha detto Leonardo Marras, candidato alla Camera dei Deputati nel collegio 14 all’incontro che si è svolto a Magliano in Toscana con la partecipazione di Vittorio Bugli, assessore ai rapporti con gli Enti locali della Regione Toscana e Paola Caporossi, direttrice della Fondazione Etica. Tra i presenti diversi amministratori pubblici della provincia di Grosseto: i sindaci di Civitella Paganico, Alessandra Biondi; di Cinigiano Romina Sani; di Capalbio Luigi Bellumori, di Massa Marittima, Marcello Giuntini; di Seggiano Gianpiero Secco; di Montieri Nicola Verruzzi, l’assessore di Monterotondo Marittimo Orano Pippucci.
“Innanzitutto occorre che il Governo stanzi più risorse per mettere i Comuni nella condizione di garantire almeno i servizi essenziali. – ha commentato Marras – Oltre una certa soglia non si può scendere. Se i Comuni non riescono ad adempiere le funzioni fondamentali per mancanza di risorse, si rischia di aumentare la distanza tra cittadino e pubblica amministrazione. Cito il caso paradossale del fondo di solidarietà comunale, che è calcolato in un modo tale da avere come effetto quello di intaccare progressivamente le risorse dei Comuni. Nel caso, ad esempio, dei Comuni che hanno più possibilità di spesa di altri grazie ai flussi turistici, quel tipo di provvedimento non solo annulla questo vantaggio ma addirittura erode ulteriormente le risorse. È chiaro quindi che non solo non si dovrà retrocedere di un passo, ma che la Legge di Bilancio dello Stato dovrà essere pensata in modo da investire di più nei territori. Serve anche che le risorse a disposizione, attuali e future, siano spese bene attivando strumenti per rendere più efficaci ed efficienti procedure e servizi. In questo senso riveste una certa importanza il programma Italiae della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che può fornire strumenti giuridici, contabili, organizzativi tesi a rafforzare i singoli Comuni e la loro rete negli ambiti del catasto, tributi, polizia locale, gestione documentale e in tanti altri. La Regione Toscana sta lavorando in questa stessa direzione. Cogestire e controllare, tessere una collaborazione concreta tra associazioni dei cittadini e amministrazioni è la formula su cui modellare i nuovi e vecchi servizi per svolgere le funzione pubbliche.
Rispetto alle fusioni, premesso che sono sempre stato favorevole, sono altrettanto convinto che non si possano imporre dall’alto. Se nascono dalla volontà delle comunità producono effetti positivi, ma non si può pensare alla creazione di un nuovo Comune da due comunità che non lo vogliono, perché il Comune è l’organizzazione istituzionale che rappresenta la comunità, altrimenti si svuota di questo valore e diventa un mero strumento di burocrazia. A fronte di maggiori risorse occorre che i Comuni si strutturino, mettano insieme servizi, abbiano capacità di gestire in modo adeguato ed efficiente le funzioni, perché oggi il rapporto con la pubblica amministrazione è più qualificato di quello di una volta e si chiede un livello superiore nella risposta. Ci vuole questa consapevolezza, ma ripeto, senza partecipazione la fusione non può dare risultati.”