“Poco tempo fa Carla Benocci, sindaco di Sorano, ha lanciato un appello affinché le monete ritrovate nella chiesa di San Mamiliano possano essere esposte, tutte insieme, nel museo di Sovana, io ho deciso di raccoglierlo sin da subito e rilanciarlo alla giunta regionale” – spiega Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana e primo firmatario della mozione sottoscritta anche dal presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani.
Il tesoro di San Mamiliano, associato al ben noto ‘tesoro di Montecristo’, è composto da 498 monete d’oro zecchino databili fra il 420 e 550 d.C. ed è stato scoperto nel 2004 durante i lavori di restauro della piccola chiesa sconsacrata che, recuperata, avrebbe dovuto ospitare un museo della civiltà etrusca. L’eccezionalità del ritrovamento, unica testimonianza archeologica riferibile all’età tardo-antica presente a Sovana, è stata riconosciuta sin da subito al punto che è stata modificata la destinazione di uso del museo in uno spazio a testimonianza della Sovana al tempo dei romani.
“Il grande valore di questo tesoro è tale per il numero delle monete, oltreché per la loro composizione (oro zecchino) e per la diversità delle zecche (provengono da Salonicco, Ravenna, Milano, Roma e Arles) – prosegue Marras –, per questo trovo sia importante lavorare affinché le monete custodite nel Museo archeologico nazionale di Firenze possano tornare a Sovana, nel luogo che per secoli le ha custodite, ed il tesoro possa così essere ammirato nella sua interezza. Ho chiesto alla Giunta regionale di attivarsi con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo perché il ricongiungimento delle 498 monete avrebbe, senza dubbio, anche ricadute economiche: accrescerebbe il valore del Museo di San Mamiliano e dell’intera area del tufo arricchendo l’offerta turistica, già ampia e prestigiosa, legata alla storia che nei secoli ha segnato la Maremma”.