“Cos’è l’estate nell’immaginario di tutti noi? È mare, passeggiate all’aria aperta, apertivi lunghi, pasti all’aperto, è musica, spettacoli dal vivo, cinema senza mura. La pandemia ci ha messo a dura prova da tanti punti di vista, incluso quello di obbligarci in casa e limitarci in spostamenti e attività con l’arrivo della bella stagione. Un po’ tutti ci siamo chiesti “cosa ne sarà di quest’estate?”, “cosa potremo fare e come?”: credo che adesso sia venuto il momento di avviare una riflessione seria, in attesa delle linee guida del Governo che tracceranno il quadro generale delle regole, su come riorganizzare l’estate. Sono convinto che si debba partire da un punto, oggi più che mai fondamentale: condividere, fare rete; solo così saremo in grado di produrre un’offerta forte e realmente efficace.
Sul turismo. Io non mi associo alla schiera di chi vorrebbe aperto tutto subito, anzi, meglio aspettare una settimana in più ed avere una prescrizione in meno, che accelerare senza clienti e con obblighi insostenibili. La mobilità per ora è solo dentro alla regione e non può esserci nessuna fretta, tuttavia, è giusto che chi tra le imprese deve attendere di più sia anche aiutato di più dallo Stato, e se non lo fa lo Stato allora che siano le Regioni, come la nostra, a pensarci insieme ai Comuni. Intendo aiuti concreti e non solo garanzie per aumentare il debito, ma risorse fresche, utili a ripartire con strumenti di sostegno per non disperdere la forza lavoro che gira attorno a quelle imprese. Inoltre, se abbiamo un po’ di tempo in più, pensiamo a come aiutare ulteriormente il nostro turismo. Fissiamo un obiettivo: pronti a partire per l’ultimo fine settimana di maggio, quello del ponte del 2 giugno. Sarà inizialmente un turismo di prossimità, regionale, poi si allargherà a flussi nazionali e poi speriamo che riaprano le frontiere. Questo tempo deve essere anche l’occasione per pensare ad un piano di promozione di lungo periodo che riposizioni la nostra immagine territoriale su sostenibilità, esperienza sicura, servizi e territorio adatti più di altri ad accogliere, partendo dagli strumenti già in campo come il brand Costa di Toscana che proprio su questi pilastri ha già preso le mosse. Mare e campagna, benessere e cammini, natura e sport saranno caratteristiche tra le più richieste e che ci permettono di essere, ad ora, più ottimisti per il futuro perché tratti tipici dell’offerta del nostro territorio. A tutto questo, oggi, dobbiamo aggiungere alti livelli di garanzia di igiene delle singole strutture e di qualità dei servizi pubblici di prevenzione e di cura.
Sulla cultura. Non possiamo pensare di lasciare questo settore per ultimo perché, erroneamente, considerato marginale dal punto di vista economico. Il mondo della cultura inteso nella complessità del suo insieme è una risorsa economica e sociale quanto mai importante. Dobbiamo anche qui individuare regole semplici e realistiche che permettano di riprendere le attività nella massima sicurezza, non è impossibile. Allora, quello che mi sento di fare è un appello in due direzioni: a protagonisti, agli operatori, dei settori turistico e culturale dico fate proposte, io ho qualche idea ma credo che nessuno meglio di voi possa declinare scenari possibilistici sulla realtà delle diverse attività, se vorrete scrivermi o incontrarmi (virtualmente, è chiaro) sarò felice di raccogliere istanze e idee e farmene portavoce; agli amministratori, invece, dico fate rete, dentro ai singoli ambiti e magari anche nell’insieme degli ambiti che interessano la nostra provincia (Maremma Toscana sud, Maremma Toscana nord, Amiata) mettete insieme iniziative, regolamenti, protocolli di sicurezza, ma anche le risorse per un rilancio della promozione del territorio perché seppur limitata alla mobilità regionale, i nostri luoghi siano da subito oggetto di interesse. Senza perdere altro tempo, perché troppi o non fanno o fanno eccessivamente da sé rinchiudendosi nel proprio orticello e questo, mai come ora, non porta bene, è un errore da non commettere”.