“Ho atteso di leggere la replica del sindaco Ferrari prima di intervenire per dichiarare pubblicamente ciò che penso della scelta del Comune di Piombino di licenziare Termine: si arrampica sugli specchi offrendo blande scuse per denunciare ciò che lui stesso definisce legittimo.
Si è chiaramente leso un diritto stabilito dalla legge e negare con arbitrio diritti politici ignorando la legge o prendendola a calci in Italia ha un solo nome: fascismo. Termine ha fatto ciò che sono costretti a fare tutti i sindaci dei piccoli comuni: utilizzare i permessi per compiere il proprio dovere istituzionale ed è vergognoso che sia proprio un sindaco a denigrare un’attività che evidentemente lui ritiene un fastidio. Ciò che è lampante è il cambio di atteggiamento del Comune negli ultimi mesi, ovvero da quando Termine è stato eletto segretario provinciale del Partito democratico. E questo è inaccettabile, va contro ogni principio democratico.
Porteremo se necessario un atto di condanna in Consiglio regionale, perché si mantenga alta l’attenzione su questa vicenda incredibile in attesa del necessario ripensamento. Ferrari ci ha mostrato anche in occasione della negazione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre che è capace di ritornare rapidamente sui suoi passi. Altrimenti il tribunale renderà merito a Giacomo, a cui va ovviamente la mia solidarietà, e in quel caso spero ci sarà velocemente una sanzione esemplare e chiara, che possa essere d’insegnamento per chi fa ancora fatica a comprendere le regole della democrazia, a rispettare la costituzione e le leggi secondo il giuramento che ogni primo cittadino compie all’atto del suo insediamento”.