Autogoverno. La riforma delle Province riporta tutto in Regione, difficile avere una regola unica efficace per tutti i territori. Pertanto prima di tutto riscriviamo insieme l’organizzazione delle ATC opportunamente ridotte a nove in tutta la Toscana secondo il modello “Consorzi di Bonifica” per la scelta dei membri del comitato, un’assemblea eletta direttamente da cacciatori, agricoltori e ambientalisti cui assegnare anche decisioni sulla gestione del territorio e garantire così la diversità tra i territori.
I centri pubblici di produzione della selvaggina maremmani diventino modello regionale. Il patrimonio genetico e l’esperienza gestionale fatta insieme ai cacciatori da Scarlino e Civitella Marittima alle singole ZRC sono riferimenti per i livelli di qualità e di efficacia raggiunti nel ripopolamento delle diverse specie.
Contenimento degli ungulati. Cinghiali e caprioli sono davvero dannosi per le colture in tutta la regione e il loro sovrannumero rischia di non essere più gestito. Dobbiamo rivedere il rapporto con ISPRA rendendo sempre di più autonoma la Regione nella gestione delle politiche faunistiche, intensificare gli interventi di contenimento in collaborazione con i cacciatori e, infine, rivedere le regole della battuta al cinghiale portando a 18 il numero minimo di partecipanti per tutta la Regione.