Le schermaglie di posizionamento fra partiti non interessano a nessuno. L’unico vero tema di questa campagna elettorale dovrebbe essere come creare lavoro e riprendere il sentiero dello sviluppo in una cornice di compatibilità ambientale. Per questo bisogna avere il coraggio di parlare chiaro, e soprattutto di cose concrete. La proposta di governo del Partito democratico e del presidente Rossi per la Toscana ha un suo impianto preciso, basato sulla valorizzazione delle vocazioni dei territori presidiando i comparti produttivi strategici. Lasciamo volentieri ad altri la rappresentanza politica del partito del No. Venendo a Grosseto Rossi ha messo alcuni paletti chiari: infrastrutture viarie adeguate entro il prossimo mandato; contratto di programma per rafforzare la filiera agroalimentare con la trasformazione dei prodotti agricoli, ad esempio investendo decine di milioni nell’itticoltura con impianti a mare; adeguamento del porto del Valle a Santo Stefano e della rete dei porti turistici; rafforzamento del polo manifatturiero della piana di Scarlino in sinergia col nuovo porto di Piombino; grandi opere contro il dissesto idrogeologico e l’erosione costiera. Cinque grandi temi sui quali ci sono obiettivi, risorse e procedure definite. Sarebbe inutile, e demagogico, promettere tutto e il contrario di tutto. Peraltro con un orizzonte d’azione limitato a cinque anni di mandato. Su questi impegni il Partito democratico sarà pancia a terra, e non ci faremo condizionare da tatticismi e strategie dilatorie. I maremmani hanno gli strumenti per decidere come votare. Per quanto mi riguarda, una cosa è chiara: non c’è più tempo per ricominciare una discussione che ha già esaurito tutti gli argomenti. Dobbiamo agganciare questo territorio alla ripresa economica, ora o mai più.
Roccastradino, maremmano, toscano. Oggi, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale
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