Ci troviamo di fronte al momento, probabilmente, più difficile degli ultimi anni per il settore della produzione del latte. C’è necessità di intervenire per sostenere gli allevatori e garantire qualità e giusto prezzo ai consumatori. L’accordo di filiera siglato dal Ministero delle politiche agricole con i diversi componenti del sistema produttivo è molto importante per il settore lattiero e caseario, ma non basta. Per un comparto così rilevante per l’economia toscana, ed in particolare maremmana, è necessario un intervento diretto delle istituzioni, per questo chiedo alla giunta di attivare un tavolo regionale per individuare al più presto soluzioni che tutelino il lavoro dei produttori.
Il divario tra il costo del latte alla stalla e alla vendita, ovvero tra il prezzo riconosciuto all’allevatore e quello chiesto al consumatore, è sempre stato considerevole ma ha raggiunto oggi valori decisamente elevati, i numeri di Coldiretti parlano chiaro: all’inizio delle regime delle quote latte nel 1984 in Italia il latte veniva pagato in media agli allevatori 0,245 euro al litro mentre i consumatori lo pagavano 0,40 euro al litro (780 lire), con un ricarico quindi del 63 per cento dalla stalla alla tavola. Nel 2000 agli allevatori il latte veniva pagato 0,32 euro al litro mentre i consumatori lo pagavano un euro al litro, con un aumento del 213 per cento dalla stalla alla tavola. Oggi agli allevatori arrivano in media 0,33 euro al litro mentre al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di 1,5 euro al litro.
Sono convinto poi, che per raggiungere un costo adeguato nel mercato e riequilibrare la distanza tra prezzo al produttore e di vendita, sia necessario anche rendere obbligatoria l’indicazione d’origine del latte nei prodotti caseari, a garanzia dei consumatori che possono così scegliere consapevolmente ed in linea con il più ampio percorso di tutela e valorizzazione delle produzioni Made in Italy intrapreso a livello nazionale.