La scarsità di precipitazioni degli ultimi mesi sta delineando una situazione molto grave che si ripercuote principalmente sul settore agricolo, già fortemente indebolito dalla crisi del comparto cerealicolo. Ho deciso di raccogliere l’appello lanciato dalle associazioni di categoria e di richiamare l’attenzione della Regione chiedendo alla Giunta di attivarsi con il Governo perché sia concesso lo stato di calamità nazionale e siano messi in atto i necessari provvedimenti per contrastare l’emergenza e sostenere gli operatori”.
Dal report del Consorzio Lamma emerge chiaramente che il livello di precipitazioni rilevato negli ultimi mesi è nettamente al di sotto della media toscana e, in particolare, Grosseto si conferma tra le città del centro Italia maggiormente colpite da siccità.
Le rilevazioni ci dicono che le precipitazioni, da inizio anno, i attestano su 70 millimetri per tutta la Maremma, che tradotto con i dati dell’indicatore SPI significa rischio di siccità estrema se messa in relazione al lungo periodo e severa nei tre mesi precedenti: una condizione molto difficile che rischia di mettere in ginocchio un intero settore economico. Lo stato di calamità nazionale è, a mio avviso, lo strumento più opportuno per riuscire a rispondere in maniera concreta ed efficace alle necessità che ci troviamo di fronte, l’auspicio è quello di una risposta positiva e in tempi brevi da parte del Governo”.
L’indicatore SPI (Standardized Precipitation Index) attesta il grado di precipitazioni spalmandolo su diverse scale temporali (3, 6, 12, 24 mesi), quantifica il grado e la tipologia di siccità (meteorologica, agricola, idrologica) e i relativi impatti su vegetazione, disponibilità idrica e attività antropiche.