Breve riflessione, il giorno dopo la piena
“Le immagini del fiume in golena che metro dopo metro sconfina nei campi intorno al proprio letto impressionano, non c’è dubbio. Ma sono fermamente convinto che chi amministra, chi ha la responsabilità di una comunità, deve restare lucido, non lasciarsi condizionare dalle impressioni ma stare ai dati, alle rilevazioni ed agire di conseguenza. Proteggere è prevenire, non spaventare. A meno che, seminare il panico e creare allarmismo non sia un preciso piano di governo.
Conoscete la favola di Pierino e il lupo? A forza di gridare “al lupo, al lupo!” quando il pericolo era davvero concreto nessuno ha fatto più caso alle sue urla. E così temo che succederà da noi, allarmi suonati continuamente senza un vero motivo: scuole chiuse ad ogni allerta, blocchi di attività, traffico e poi l’evacuazione. Guardiamo i dati e rendiamoci conto che questi strumenti sono fondamentali per la protezione della città, ma vanno usati con parsimonia e, soprattutto, solo di fronte ad un reale pericolo per non rischiare di rendere poi vane e inascoltate le indicazioni delle istituzioni quando c’è davvero bisogno.
L’evento del weekend è stato intenso ma, nonostante la solita retorica da gladiatori, non si è trattato di un caso eccezionale. Nel novembre 2012, quello dell’alluvione di Albinia, al Berrettino si registrarono 7,51 metri, allora assumendoci direttamente le responsabilità ci preparammo anche a dare l’ordine di evacuare, tenendo monitorato in continuo il fiume Ombrone e alla fine per fortuna non se ne fece di niente; nel 2014 sono stati registrati 7,42 metri; ieri appena raggiunti i 6,50 metri (valore che si registra con una certa frequenza ultimamente) e con una situazione evidentemente sotto controllo si è deciso di svuotare un pezzo di città, costringendo centinaia di famiglie ad improbabili traslochi o a dormire abusivamente a casa propria.
Bisogna essere consapevoli della sicurezza del territorio. Gli investimenti della Regione e gli interventi realizzati dal Consorzio di bonifica dal 2014 ad oggi hanno contribuito significativamente a contenere le conseguenze di questi episodi che si ripetono più spesso a causa del cambiamento climatico. Opere idrauliche che hanno interessato i principali corsi d’acqua della Maremma: l’armatura dell’argine dell’Ombrone lungo tutta la città di Grosseto realizzata tra il 2013 e il 2014 con il contributo regionale di 7,5milioni di euro; i lavori sull’arginatura del fiume Bruna; la costruzione dell’argine remoto sull’Albegna; l’adeguamento degli argini dei torrenti Patrignone e Magione; inoltre sono in fase di autorizzazione gli interventi sul torrente Elsa e in fase di avvio lavori la costruzione della cassa di espansione di Campo Regio. A dimostrazione del fatto che investire sulla difesa del suolo come priorità assoluta, la Regione lo sta facendo spendendo ogni anno dal 2015 oltre 90 milioni di euro, è la strada giusta da proseguire senza indugi.
Con questa consapevolezza i Comuni dovrebbero aggiornare i propri piani di protezione civile in senso realistico e assumere comportamenti meno sensazionalistici.
Ho chiesto al presidente Rossi e all’assessore Fratoni di venire in Maremma a sincerarsi direttamente della situazione e a dare supporto ai Comuni che vivono momenti difficili e confusi”.