Il punto stato attuale e prospettive della risorsa geotermica in provincia di Grosseto
“A chi mi chiede come la penso sulla geotermia rispondo ribadendo la posizione che ho preso mesi fa nella risoluzione che ho presentato al Consiglio regionale insieme ad altri consiglieri del Partito Democratico: la geotermia è una risorsa strategica, sia dal punto di vista energetico che da quello economico, ma dobbiamo porre dei punti fermi che ne regolino lo sviluppo tutelando cittadini e ambiente”.
La Regione Toscana ha accolto le indicazioni contenute nella risoluzione approvando le Disposizioni in materia di geotermia: linee guida che definiscono la quantità di pozzi esplorativi necessari al raggiungimento della quota energetica (Burden Sharing) prevista dagli accordi nazionali e comunitari e individuano i criteri per l’autorizzazione alla perforazione dei pozzi.
“È fondamentale garantire l’affidabilità del soggetto che presenta i progetti, infatti, nelle determinazioni della giunta si parla chiaramente di necessità di esaminare preventivamente le capacità di cui sono in possesso gli operatori sia per portare avanti il progetto che per affrontare eventuali criticità per questo uno dei vincoli per il rilascio del permesso di ricerca è la presentazione di una fidejussione in proporzione al valore delle opere di recupero ambientale previste a seguito delle attività. Allo stesso modo è indispensabile investire nella ricerca per mantenere alto il livello delle tecnologie utilizzate e diminuire sempre di più l’impatto ambientale degli impianti, come prevede il protocollo geotermia sottoscritto da Enel e Regione Toscana. Un altro protocollo importate che merita di essere citato se si parla di ricerca è quello della Rete geotermica, un insieme di imprese che hanno sottoscritto con la Regione la volontà ad investire nella tecnologia a ciclo binario impegnandosi a garantire il costante sviluppo tecnologico.
Bene dunque le linee guida che insieme all’accordo generale fissano le priorità per lo sviluppo della produzione geotermica: tutela del paesaggio, investimenti nella ricerca e valutazione degli operatori, ma non basta: occorre ampliarlo perché Enel diventi anche una vera e propria agenzia di sviluppo del territorio che si preoccupi direttamente di chiudere la filiera geotermica ricercando investitori che possano sfruttare il calore in eccesso”.
AMIATA
Nel Paer (Piano ambientale ed energetico regionale), approvato a febbraio 2015, si parla chiaramente dello sviluppo della geotermia sul Monte Amiata: l’ulteriore sviluppo della geotermia in Toscana, potrà avvenire solo a condizione di assicurare un impatto ambientale complessivo migliore di quello già garantito con le ultime autorizzazioni uniche rilasciate in materia. Ciò vale in particolare per il territorio dell’Amiata dove il riassetto della concessione di Piancastagnaio e la nuova centrale denominata Bagnore 4, hanno portato la potenza complessivamente installata attorno ai 100 MW fissando un punto di equilibrio tra lo sfruttamento della risorsa con le tecnologie oggi impiegate e la vocazione socio economica dei territori.
“La limitazione posta nel Paer si riferisce allo sviluppo di centrali ad alta entalpia, mentre i molteplici progetti di perforazione riguardano la ricerca per lo sviluppo di impianti a media entalpia, che sono sì meno invasive, ma non per questo realizzabili ovunque. Il parere negativo al progetto Seggiano legato a vincoli paesaggistici è stato un segno chiaro della volontà della Regione di perseguire la strada tracciata con la nostra risoluzione, adesso chiediamo che sia fatto lo stesso con il progetto Monte Labbro e che sia espresso parere negativo per il progetto pilota Montenero, entrambi ricadenti in aree di elevato valore ambientale e paesaggistico.
In queste settimane, inoltre, stiamo lavorando insieme all’assessore Ceccarelli alla modifica della legge 65 che normerà, tra le altre cose, la conferenza di copianificazione, ovvero Regione e Comuni valuteranno insieme la fattibilità delle opere, i territori avranno maggiore voce attraverso i loro sindaci, proprio come auspicavamo nel nostro atto”.
“Il futuro della geotermia, in Amiata come in altri territori, può essere quello delineato dalla Carta della buona geotermia, cioè lo sviluppo della piccola entalpia: una buona pratica ambientale, supportata da tecnologie all’avanguardia, che può avere molte applicazioni di recupero energetico, anche nelle città. Il mio auspicio è quello che tutti i comuni della provincia aderiscano alla carta, aderendo così ad una filiera industriale sostenibile”.
La tabella con l’elenco dei permessi di ricerca attivi sul territorio della provincia di Grosseto è consultabile QUI