“Questa legge è la risposta alle istanze raccolte durante la conferenza della caccia di Braccagni del giugno 2019, sollecitazioni che arrivavano sia dal mondo venatorio che dalle associazioni agricole, alle quali è seguito un percorso di confronto che ci permette di dire, oggi, che è una norma ampiamente condivisa. Nel testo, che fissa un equilibrio per proteggere le colture dagli ungulati e, al contempo, rafforza l’autogoverno del territorio attraverso gli Ambiti territoriali di caccia, c’è un passaggio che ci tengo a sottolineare. È quello del prelievo degli ungulati: grazie ad emendamento che ho presentato personalmente, vengono riconosciuti poteri diretti agli Ambiti territoriali di caccia per la gestione dei prelievi, proprio sulla base dell’esperienza della Maremma che in questi anni ha dimostrato come sia possibile coordinare l’attività con armonia e capacità di governo, tenendo insieme l’interesse dei cacciatori con i diritti di protezione degli agricoltori e dell’ambiente”.
Tra le principali modifiche introdotte, c’è la possibilità per la Regione di avvalersi di soggetti terzi per l’espletamento di alcune funzioni, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza ed ottimizzare le risorse. Si rivedono, poi alcune norme in materia di affidamento dei contratti da parte degli ambiti territoriali di caccia e si prevede l’istituzione di un fondo di rotazione regionale per il supporto agli Atc in difficoltà finanziarie a carattere eccezionale. Si istituisce un comitato scientifico composto da esperti con il compito di valutare la ‘consistenza faunistica’ delle diverse specie sul territorio regionale ed assicurare una corretta gestione dell’equilibrio faunistico. La nuova disciplina interviene anche sulle funzioni degli Atc ai quali sarà chiesto di provvedere alla realizzazione di centri di sosta e alla stipula di convenzioni con centri di lavorazione delle carni; di determinare ed erogare, nel rispetto delle linee guida stabilite dalla Giunta regionale i contributi per gli indennizzi dei danni; di proporre alla Regione l’istituzione, la revoca e la regolamentazione di zone di rispetto venatorio. Si stabilisce, poi, che nel caso ci siano particolari necessità ambientali, la Giunta regionale può procedere alla costituzione o alla modifica coattiva del perimetro delle oasi di protezione, delle zone di ripopolamento e cattura e di quelle di rispetto venatorio. Sarà la Giunta ad istituire le zone di rispetto venatorio e ad autorizzarvi la caccia oltre che agli ungulati anche alla volpe, alla cornacchia grigia e alla gazza.