“Ho espresso pochi giorni fa la mia posizione in merito all’impianto di Scarlino, torno a farlo oggi con la medesima convinzione alla luce, anche, delle evoluzioni degli ultimi giorni.
Non sono contrario all’utilizzo di termovalorizzatori per la gestione dei rifiuti, lo ribadisco, ma è necessaria una seria riflessione sugli impianti che devono garantire efficienza, tecnologie all’avanguardia e, soprattutto, rischio zero per la salute. E l’impianto di Scarlino, è evidente, non risponde a questi requisiti – prosegue Marras –. Credo che l’iniziativa del sindaco di Follonica, supportata anche dall’amministrazione di Scarlino, sia da condividere e sostenere, per questo con un’interrogazione chiedo alla giunta regionale se davvero nel procedimento di autorizzazione dell’inceneritore non si è tenuto conto dello studio del Cnr di Napoli e della richiesta di Valutazione d’impatto sanitario avanzata più volte da entrambi i Comuni, quali siano gli eventuali motivi di questa scelta e se alla luce di ciò non ritenga opportuno rivedere il proprio orientamento.
Sono due i piani da considerare: quello politico, che si esprime attraverso la pianificazione e quello economico, che considera l’impianto come attività che sta sul mercato. Per quanto riguarda il primo, dal punto di vista della pianificazione regionale, come condiviso anche nel documento di fine mandato, il nuovo Piano regionale dei rifiuti dovrà contenere la previsione degli impianti necessari allo smaltimento per garantire l’autosufficienza della Toscana disegnando una visione chiara e di lungo periodo della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, per questo se un nuovo impianto non si fa a Case Passerini allora è evidente che non si fa da nessuna altra parte della regione, men che meno si può pensare che sia Scarlino a sostituire l’impianto di Firenze. Il punto di vista industriale, invece, è strettamente legato a quanto detto prima: per stare sul mercato dobbiamo pretendere una struttura all’avanguardia e sicura.
Auspico dunque che si torni sulla decisione del via libera all’inceneritore valutando attentamente, di nuovo, tutti gli elementi a disposizione per arrivare ad una conclusione che non sia rischiosa né gravosa per il nostro territorio”.