Migrante chi sei? 5878 o 10251, ogni numero è una persona
L’incontro con i protagonisti delle cronache cambia il punto di vista
In questi giorni con gli altri consiglieri PD della Toscana abbiamo incontrato tante donne e uomini che nelle cronache vengono definiti indistintamente: migranti. Eppure non sono una comunità omogenea e organizzata. Essere gruppo è un effetto non la loro caratteristica, Sono “singolare” e non “plurale”, hanno nomi e cognomi, storie e motivazioni diverse, li unisce soltanto una parola: speranza. Hanno anche un’altra parola in comune: paura. Una volta scesi in Italia le parole si uniscono: sperano di aver lasciato nel mare che hanno attraversato, la paura. A volte la ritrovano anche in Italia.
Il compito che spetta a noi è di non fargliela rivivere, soprattutto, non devono aver paura degli italiani e noi di loro.
5878 o 10251, 125000 o 358000, i numeri non contano, sono solo elementi delle statistiche, strumenti di polemiche assurde di politici cinici. Abbiamo di fronte persone “partorite dal mare”, il loro viaggio è una rinascita e un urlo alla vita.
La Toscana ha scelto, sin dall’emergenza del 2011, di applicare il modello dell’accoglienza diffusa: gruppi piccoli, 15-20 persone al massimo per ogni struttura, con una presenza media di 7 immigrati ogni 1000 abitanti. E’ diventato il modello toscano e sta funzionando. Frequentano corsi di italiano, partecipano a progetti di volontariato e alla vita della comunità che li ospita.
Ricominciano a vivere, un’altra vita per noi e per loro. Cambieranno in Italia e in Europa e cambieranno l’Italia e l’Europa. Questo è il futuro costruito proprio sull’incontro di due speranze, la nostra e la loro.