La “Toscana a due velocità” citata da Claudio Renzetti, segretario della CGIL di Grosseto, durante il suo intervento al direttivo a cui ho partecipato, rappresenta uno stato inequivocabile dell’economia in Maremma. Crisi evidente e non sorprendente. Siamo anticiclici. La preoccupazione nel futuro è grande anche perché siamo in assenza di strumenti per contrastarla come lo sono stati i territori oggi in ripresa nel momento della fase più acuta e perché non siamo internazionalizzati. Inoltre il rischio è la ripresa senza occupazione.
Sono necessarie scelte rapide e chiare: spingere sul turismo di qualità attraverso un sistema di promozione moderno, la revisione della legge sul turismo e un adeguamento di toscana promozione e sul contratto d’area agroalimentare seguendo lo schema della programmazione negoziata sperimentata in Maremma all’epoca dei patti territoriali. Il contratto d’area impone una metodologia che da una parte offra una visione comune dello sviluppo e dall’altra, in questa cornice, valorizzi capacità e valore di impresa. Si tratta di chiamare a raccolta le volontà di investimento e cofinanziarle con le risorse regionali: tempi rapidi per selezionare le idee migliori, privilegiando quelle che creano buona occupazione, innovazione dei processi produttivi, organizzazione delle filiere.
In questa visione pensiamo a una Maremma che tra 30 anni abbia un’economia più caratterizzata in cui la tutela delle risorse naturali produca valore e in cui ci siano infrastrutture adeguate e coerenti.
Per fare questo è strategico ridurre la tassazione e mirare gli stimoli per favorire investimenti per l’occupazione.
Non abbiamo paura dell’Europa perché è il nostro mercato di riferimento e deve essere la soluzione ai problemi del nostro paese, ma devono cambiare le regole per la crescita e gli investimenti pubblici.